La
Traversata in Tandem
dell'Unione
Europea allargata.
di
Ivana Taccori
Un
anno di avventura per percorrere 25000 chilometri attraverso
25 paesi, una coppia francese di Annecy, Nelly e Francis
Arbogast, vicino alla cinquantina, stanno realizzando
un loro sogno coltivato per trent’anni: Attraversare
in un anno i 25 paesi dell'Unione Europea su un tandem,
un periplo di 25.000 chilometri con l’unico obiettivo
di veicolare il motto “Europa Unita nella diversità."
Ho
incontrato, oggi, domenica 28 novembre 2004, Nelly e
Francis sul loro tandem, mentre percorrevano la strada
statale Iglesiente a 20 chilometri dalla città
di Cagliari. Vado loro incontro con l’entusiasmo che
mi appartiene.
I
nostri sorrisi si incontrano fulminei sotto un magnifico
cielo terso, limpido come gli occhi che mi osservano.
Nasce un’intesa istantanea. Scatto loro delle foto.
L’uno non sa dell’altro ma è tangibile in noi
ciò che ci accomuna: la passione per la bicicletta
e per il sociale. Si comunica lentamente, scandendo
bene le parole che si incrociano, si innescano, si richiamano
l’un l’altra intervallando suoni che si librano nell’aria
quasi volessero diffondersi e fondersi in tutto il pianeta,
dove la mimica e le gestualità diverse danzano
insieme in una coloratissima coreografia, riempiendo
lo spazio di una sinergia grandiosa. Le diverse lingue,
l’italiano e il francese, perdono la loro specificità
(o identità?) creando un’ osmosi di contenuti.
"Per noi non si tratta di una prodezza sportiva,
bensì di “un'avventura umana", mi spiegano.
Nelly
e Francis (28 novembre 2004) strada dell'iglesiente
Vengo
a sapere che in questa saggia avventura cercano di creare
un abbraccio grande 25 mila chilometri, attraversando
25 paesi, andando incontro a 455 milioni di abitanti,
sentendo il suono di 21 lingue e maneggiando 14 diverse
monete. Avranno salutato 25 capitali nell’arco di un
anno riversando tutte le loro speranze sulla resistenza
del tandem che con la sua prolunga misura tre metri
e ottanta centimetri. Mi dicono che sono partiti il
12 settembre 2004 e che, oltre l'abbigliamento, i documenti,
il cibo, le stoviglie, il materiale da campeggio, portano
un corredo di materiale di servizio e di comunicazione.
Telecamera, macchina fotografica digitale, computer
portabile e telefono che vengono puntualmente ricaricati
grazie ai leggeri pannelli solari fissati sul rimorchio.
Tutto ciò per tenere aggiornato il loro sito
Internet www.tandemunion.com cosi che ciascuno potrà
seguire quasi quotidianamente l'Europa e la sua immensa
diversità. Una Europa appunto alla portata di
tutti e facendone quindi “un argomento che vive".
Perché
il tandem? Chiediamo.
La
pratica del tandem, ci dicono, permette l'adattamento
dei ritmi, delle differenze, la divisione dello sforzo.
Favorisce la fiducia, la complicità ed il dialogo.
Non ci sono ostacoli alla comunicazione, l'incontro
con gli altri sono facilitati. L'arrivo di un tandem
e di un suo rimorchio provoca lo stupore e la curiosità,
quindi, il dialogo.
Percorrono 100 chilometri al giorno, 6 ore di bici quotidiana
per 5 giorni alla settimana.
Ci
salutiamo. Loro in un senso, noi in un altro. Ognuno
per la propria meta. Guardo Giancarlo, compagno di vita
e di avventura, e come spesso succede non servono “parole”,
ci voltiamo e scorgiamo la distanza che si è
creata tra noi e loro per scoprire entrambi un attimo
dopo, che mai e poi mai si sarebbero potuti allontanare
da noi.
Nelly e Francis si preparano a ripartire ..................
E’
giunta la sera e i miei pensieri corrono veloci creando
una sfida con le impassibili lancette dell’orologio
che scandiscono il tempo che passa lento e veloce. Il
sole si è spento all’orizzonte calando giù
giù , sino a scomparire del tutto la dove il
mare e il cielo si baciano. Sento nitido il ticchettio
dei secondi e il pensiero mi accompagna a reccepire
l’instancabile ritmare delle migliaia e migliaia di
pedalate che
Nelly
e Francis compiono per riuscire a tessere quella lunga
tela che andrà a suggellare per sempre l’unione
dei 25 paesi facendoli sentire a tutti “uguali” nel
rispetto delle “diversità” ovunque
abitati da gente che nasce e che muore, che ride e che
piange, esattamente come noi.
Nelly e Francis sono passati leggeri
sulla nostra terra con su la pelle ancora il calore
del sole di Sicilia. Provenivano da lì. Stanno
pedalando sulle nostre strade silenziosi,
composti, alteri, con un immenso bagaglio culturale
che noi non abbiamo saputo cogliere. Non ci si è
accorti di loro. Con la testa china, assorti nelle nostre
diatribe antiche e inutili che creano immobilismo e
che non ci portano in nessun luogo. Col panico di alcuni
(non pochi) di scoprirsi all’improvviso derubati dei
consolidati privilegi. Col dramma di molti di noi incapaci
a credere che solo volendolo profondamente si può
realizzare il sogno di una terra che “torna
a noi”, guardarla, toccarla e sentirla finalmente
“terra nostra”, scoprendo l’abilità
di essere capaci a proteggerla, coltivarla
e amarla, riuscendo infine ad allontanare per sempre
i vandali e far spazio a persone che meritano l’ospitalità
di noi sardi, con dignità e rispetto.
Ora che son riuscita a parlarvi di loro, mi sento leggera
anch’io.
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di Nelly e Francis
Ecco
il percorso che hanno già fatto:
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