No alla guerra!

Home
News
Racconti e Reportage
Eventi e Attualità
Rassegna stampa
Ci hanno scritto
Link amici
E-mail



dal 12/1/2008


© G.S.Chilometrando

La Traversata in Tandem

dell'Unione Europea allargata.

di Ivana Taccori

Un anno di avventura per percorrere 25000 chilometri attraverso 25 paesi, una coppia francese di Annecy, Nelly e Francis Arbogast, vicino alla cinquantina, stanno realizzando un loro sogno coltivato per trent’anni: Attraversare in un anno i 25 paesi dell'Unione Europea su un tandem, un periplo di 25.000 chilometri con l’unico obiettivo di veicolare il motto “Europa Unita nella diversità."

Ho incontrato, oggi, domenica 28 novembre 2004, Nelly e Francis sul loro tandem, mentre percorrevano la strada statale Iglesiente a 20 chilometri dalla città di Cagliari. Vado loro incontro con l’entusiasmo che mi appartiene.

I nostri sorrisi si incontrano fulminei sotto un magnifico cielo terso, limpido come gli occhi che mi osservano. Nasce un’intesa istantanea. Scatto loro delle foto. L’uno non sa dell’altro ma è tangibile in noi ciò che ci accomuna: la passione per la bicicletta e per il sociale. Si comunica lentamente, scandendo bene le parole che si incrociano, si innescano, si richiamano l’un l’altra intervallando suoni che si librano nell’aria quasi volessero diffondersi e fondersi in tutto il pianeta, dove la mimica e le gestualità diverse danzano insieme in una coloratissima coreografia, riempiendo lo spazio di una sinergia grandiosa. Le diverse lingue, l’italiano e il francese, perdono la loro specificità (o identità?) creando un’ osmosi di contenuti.
"Per noi non si tratta di una prodezza sportiva, bensì di “un'avventura umana", mi spiegano.


Nelly e Francis (28 novembre 2004) strada dell'iglesiente

Vengo a sapere che in questa saggia avventura cercano di creare un abbraccio grande 25 mila chilometri, attraversando 25 paesi, andando incontro a 455 milioni di abitanti, sentendo il suono di 21 lingue e maneggiando 14 diverse monete. Avranno salutato 25 capitali nell’arco di un anno riversando tutte le loro speranze sulla resistenza del tandem che con la sua prolunga misura tre metri e ottanta centimetri. Mi dicono che sono partiti il 12 settembre 2004 e che, oltre l'abbigliamento, i documenti, il cibo, le stoviglie, il materiale da campeggio, portano un corredo di materiale di servizio e di comunicazione. Telecamera, macchina fotografica digitale, computer portabile e telefono che vengono puntualmente ricaricati grazie ai leggeri pannelli solari fissati sul rimorchio. Tutto ciò per tenere aggiornato il loro sito Internet www.tandemunion.com cosi che ciascuno potrà seguire quasi quotidianamente l'Europa e la sua immensa diversità. Una Europa appunto alla portata di tutti e facendone quindi “un argomento che vive".

Perché il tandem? Chiediamo.


La pratica del tandem, ci dicono, permette l'adattamento dei ritmi, delle differenze, la divisione dello sforzo. Favorisce la fiducia, la complicità ed il dialogo. Non ci sono ostacoli alla comunicazione, l'incontro con gli altri sono facilitati. L'arrivo di un tandem e di un suo rimorchio provoca lo stupore e la curiosità, quindi, il dialogo.
Percorrono 100 chilometri al giorno, 6 ore di bici quotidiana per 5 giorni alla settimana.

Ci salutiamo. Loro in un senso, noi in un altro. Ognuno per la propria meta. Guardo Giancarlo, compagno di vita e di avventura, e come spesso succede non servono “parole”, ci voltiamo e scorgiamo la distanza che si è creata tra noi e loro per scoprire entrambi un attimo dopo, che mai e poi mai si sarebbero potuti allontanare da noi.

 

 

 

Nelly e Francis si preparano a ripartire ..................

E’ giunta la sera e i miei pensieri corrono veloci creando una sfida con le impassibili lancette dell’orologio che scandiscono il tempo che passa lento e veloce. Il sole si è spento all’orizzonte calando giù giù , sino a scomparire del tutto la dove il mare e il cielo si baciano. Sento nitido il ticchettio dei secondi e il pensiero mi accompagna a reccepire l’instancabile ritmare delle migliaia e migliaia di pedalate che Nelly e Francis compiono per riuscire a tessere quella lunga tela che andrà a suggellare per sempre l’unione dei 25 paesi facendoli sentire a tutti “uguali” nel rispetto delle “diversità” ovunque abitati da gente che nasce e che muore, che ride e che piange, esattamente come noi.

 

 

 

 

 


Nelly e Francis sono passati leggeri sulla nostra terra con su la pelle ancora il calore del sole di Sicilia. Provenivano da lì. Stanno pedalando sulle nostre strade silenziosi, composti, alteri, con un immenso bagaglio culturale che noi non abbiamo saputo cogliere. Non ci si è accorti di loro. Con la testa china, assorti nelle nostre diatribe antiche e inutili che creano immobilismo e che non ci portano in nessun luogo. Col panico di alcuni (non pochi) di scoprirsi all’improvviso derubati dei consolidati privilegi. Col dramma di molti di noi incapaci a credere che solo volendolo profondamente si può realizzare il sogno di una terra che “torna a noi”, guardarla, toccarla e sentirla finalmente “terra nostra”, scoprendo l’abilità di essere capaci a proteggerla, coltivarla e amarla, riuscendo infine ad allontanare per sempre i vandali e far spazio a persone che meritano l’ospitalità di noi sardi, con dignità e rispetto.
Ora che son riuscita a parlarvi di loro, mi sento leggera anch’io.

visita il sito di Nelly e Francis

Ecco il percorso che hanno già fatto:

 

 

torna a Racconti e Reportage

INDEX