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Desiderio di evasione |
Giorni perduti
(Invito a riflettere)
...qualche giorno dopo aver preso possesso della sontuosa
villa, Ernest Kazirra, rincasando, avvistò da lontano
un uomo che con una cassa sulle spalle usciva da una porticina
secondaria del muro di cinta, e caricava la cassa su di
un camion.
Non fece in tempo a raggiungerlo prima che fosse partito.
Allora lo inseguì in auto. E il camion fece una
lunga strada, fino all’estrema periferia della città,
fermandosi sul ciglio di un vallone.
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Bici che attende |
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Foto storica: Angelo
Manzi; Alberto Pionca; Mario Virdis e Ivana
Taccori. Come eravamo - Bici città 1993 |
Kazirra scese dall’auto e andò a vedere. Lo sconosciuto
scaricò la cassa dal camion e , fatti pochi passi,
la scaraventò nel botto; che era ingombro di migliaia
e migliaia di altre casse uguali.
Si avvicinò all’uomo e gli chiese: Ti ho visto
portar fuori quella cassa dal mio parco. Cosa c’era dentro?
E cosa sono tutte queste casse?
Quello lo guardò e sorrise: - Ne ho ancora sul
camion, da buttare. Non sai? Sono i “giorni”.
Che giorni?
I giorni tuoi.
I miei giorni?
I tuoi giorni perduti. I giorni che hai perso. Li aspettavi,
vero? Sono venuti. Che ne hai fatto? Guardali, intatti,
ancora, ancora gonfi. E adesso?
...Gazirra guardò. Formavano un mucchio immenso.
Scese giù per la scarpata e ne aprì uno.
C’era dentro una strada d’autunno, e in fondo Graziella,
la sua fidanzata, che se n’andava per sempre. E lui neppure
la chiamava.
Ne
aprì un secondo. C’era una camera d’ospedale, e
sul letto suo fratello Giosuè che stava male e
lo aspettava. Ma lui era in giro per affari.
Ne aprì un terzo. Al cancello della vecchia misera
casa stava Duk, il fedele mastino, che lo attendeva da
due anni, ridotto pelle e ossa. E lui non si sognava di
tornare. Si sentì prendere da una certa cosa qui,
alla bocca dello stomaco. Lo scaricatore stava diritto
sul ciglio del vallone, immobile come giustiziere.
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Dirigente kazirra al lavoro |
- Signore ! – gridò Kazirra. – Mi ascolti. (Notare
come passa dal tu al lei. Come si prostra di fronte alla
saggezza dell’uomo che ha innanzi scoprendosi, dopo tanta
arroganza, irrimediabilmente piccolo). Lasci che mi porti
via almeno questi tre giorni. La supplico. Almeno questi
tre. Io sono ricco. Le darò tutto quello che vuole.
Lo scaricatore fece un gesto con la destra, come per indicare
un punto irraggiungibile, come per dire che era troppo
tardi e che nessun rimedio era più possibile. Poi
svanì nell’aria, e all’istante scomparve anche
il gigantesco cumulo delle casse misteriose...........E
l’ombra della notte scendeva.
(D.Buzzati)
Kazirra e Giancarlo |
Kazirra e
Ivana |
Pranzo di lavoro |
Viaggio di lavoro |
Lavoro |
Ancora lavoro |
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