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dal 12/1/2008

 


© G.S.Chilometrando

Desiderio di evasione

Giorni perduti

(Invito a riflettere)

...qualche giorno dopo aver preso possesso della sontuosa villa, Ernest Kazirra, rincasando, avvistò da lontano un uomo che con una cassa sulle spalle usciva da una porticina secondaria del muro di cinta, e caricava la cassa su di un camion.
Non fece in tempo a raggiungerlo prima che fosse partito. Allora lo inseguì in auto. E il camion fece una lunga strada, fino all’estrema periferia della città, fermandosi sul ciglio di un vallone.

Bici che attende

Foto storica: Angelo Manzi; Alberto Pionca; Mario Virdis e Ivana
Taccori. Come eravamo - Bici città 1993

Kazirra scese dall’auto e andò a vedere. Lo sconosciuto scaricò la cassa dal camion e , fatti pochi passi, la scaraventò nel botto; che era ingombro di migliaia e migliaia di altre casse uguali.
Si avvicinò all’uomo e gli chiese: Ti ho visto portar fuori quella cassa dal mio parco. Cosa c’era dentro? E cosa sono tutte queste casse?
Quello lo guardò e sorrise: - Ne ho ancora sul camion, da buttare. Non sai? Sono i “giorni”.
Che giorni?
I giorni tuoi.
I miei giorni?
I tuoi giorni perduti. I giorni che hai perso. Li aspettavi, vero? Sono venuti. Che ne hai fatto? Guardali, intatti, ancora, ancora gonfi. E adesso?
...Gazirra guardò. Formavano un mucchio immenso. Scese giù per la scarpata e ne aprì uno. C’era dentro una strada d’autunno, e in fondo Graziella, la sua fidanzata, che se n’andava per sempre. E lui neppure la chiamava.
Ne aprì un secondo. C’era una camera d’ospedale, e sul letto suo fratello Giosuè che stava male e lo aspettava. Ma lui era in giro per affari.
Ne aprì un terzo. Al cancello della vecchia misera casa stava Duk, il fedele mastino, che lo attendeva da due anni, ridotto pelle e ossa. E lui non si sognava di tornare. Si sentì prendere da una certa cosa qui, alla bocca dello stomaco. Lo scaricatore stava diritto sul ciglio del vallone, immobile come giustiziere.

Dirigente kazirra al lavoro

- Signore ! – gridò Kazirra. – Mi ascolti. (Notare come passa dal tu al lei. Come si prostra di fronte alla saggezza dell’uomo che ha innanzi scoprendosi, dopo tanta arroganza, irrimediabilmente piccolo). Lasci che mi porti via almeno questi tre giorni. La supplico. Almeno questi tre. Io sono ricco. Le darò tutto quello che vuole.
Lo scaricatore fece un gesto con la destra, come per indicare un punto irraggiungibile, come per dire che era troppo tardi e che nessun rimedio era più possibile. Poi svanì nell’aria, e all’istante scomparve anche il gigantesco cumulo delle casse misteriose...........E l’ombra della notte scendeva.

(D.Buzzati)


Kazirra e Giancarlo

Kazirra e Ivana

Pranzo di lavoro

Viaggio di lavoro

Lavoro

Ancora lavoro