No alla guerra!

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dal 12/1/2008


© G.S.Chilometrando

...essere al di sopra di ogni etnia, religione e orientamento politico, spinti e uniti da una grande passione: il ciclismo.

Edizione 2005
Cagliari-Terralba-Cagliari

6 agosto 2005 - Terzo Pellegrinaggio Ciclistico Madonna della Pace, organizzata da Monsignor Teodoro Marcias

La terza edizione della pedalata Cagliari –Terralba- Cagliari, km. 150, disputatasi il 6 agosto 2005 è stata connotata da un significato in più: “La ricorrenza del 50° anniversario di sacerdozio di Monsignor Teodoro”, l’amico ciclista che per l’occasione ha donato a tutti noi ciclisti un libro di poesie dal titolo "Lungo il cammino" dove vi ha raccolto i personali sentimenti, ricordi e attese. Eccone alcune......

BELLA GIORNATA

Il cielo è terso,

ed il sole più viva la luce
E tepore
Su tutto diffonde.

E il cuore, immerso
In vag’aria di sogni, conduce
In sapore
Su rive gioconde.

Laddove, emerso
Da quell’arco che speme traluce,
sì l’amore
felice gli infonde.

SERENITA’

Disciogliesi, lassù, la nuvolaglia,
lasciando spazio libero al sereno.
Allegra, bella, verde la boscaglia
Profumo esala vivo dal suo seno.

La gente, rintanatasi impaurita,
ritorna fiduciosa nella via,
il moto per riprendere di vita,
che a casa la riporti in allegria.

In me soltanto, restano invariati
i nembi, tetri in cuore, del mio male.
Da tempo con i nervi logorati,

mi trovo fatto a pezzi nel morale.
Vi prego, nuvolosi esagitati,
lasciate un po’ di cielo al naturale!

LA PACE

Cantan gli uccelli
In coro, tutti quanti,
l’amore dei fratelli
ai liberi viandanti,
che invitano ad avere somma cura
dei beni che largisce la natura.

Bella è la pace,
che all’uomo sulla terra
concede ciò che piace,
lontano da ogni guerra:
l’ardire, la letizia ed il successo
sui campi d’ogni civico progresso.

FANCIULLI

Fanciulli, sogniamo
La piena letizia,
e inconsci agogniamo
di più la dovizia
dei giorni di festa,
cui il cuore s’appresta.

Da giovani, strali
Lanciamo d’amore,
che lieta, per ali
fulgenti d’onore,
ci doni riuscita
di brame e di vita.

Adulti, agiatezza
Vogliamo tenace,
che senza amarezza,
nel mondo fallace,
ci renda il riposo
dal dì laborioso.

Da vecchi, la gloria
Vorremo per ieri,
che, in nostra memoria,
ancora pensieri
gagliardi fomenti
in mezzo alle genti.

Ma tutto svanisce sfumando nel nulla,
intanto che unisce
la bara alla culla,
quel dolce miraggio,
dell’uomo retaggio.

ESTATE

Il sole risplende gioioso
Nel cielo d'azzurro costante,
versando sul mondo il prezioso
calore suo vivo allettante.

Ondeggiano al vento le spighe
Mature sui campi distesi;
disciolgonsi, in moti riaccesi,
dei vari studenti le righe.

Supino sul vasto arenile
Mi lascio coprire di luce,
che al gioco dei sogni conduce
la mente con mano gentile.

La notte s'adorna di stelle,
il bosco di lucciole d'oro.
D'amore le voci più belle,
d'estate, s'adunano in coro.

ATTRAZIONE

Si dice che ritorni dove ieri
Ha, l’animo, commesso il suo misfatto.
Di certo ciascheduno volentieri
Rivede la sua storia in vivo tratto.

I campi di lavoro un dì ubertosi
E i cieli d’una gloria allor vissuta,
da tempo già in memoria ritenuta,
invitano a ripassi deliziosi.

Così, degli anni fulgidi lontani
i fatti ti ritornano stupendi,
e sembrano quei posti meno strani.

E, dopo aver limato più stipendi,
strappate od incallite le tue mani,
riparti e il cuor felice vi distendi.

Veloci le tue ali della vita,
leggiadre ora si fanno, generose
mostrandosi inevase tante cose
finora, a conclusione della gita.

Ma l’eco dell’orgoglio e dell’onore
un giorno meritato e non goduto,
la gioia rinnovata dentro il cuore,
ti dicono che niente va perduto.

 

 

RICORDI E LAMENTI

Mi siedo sotto un albero gigante,
all’ombra sua desioso di ristoro,
e noto della chioma ridondante
il verde, che mi canta il suo decoro.

“Un tempo qui regnava una foresta,
di vita in ogni forma tutta piena,
tra i canti degli uccelli sempre in festa,
un’oasi vasta, florida, serena!

Or vedi come intorno è tutto brullo,
più volte dalle fiamme devastato?
E’ il segno del potere più fasullo
Di quanti hanno la cura del creato”.

Un alito di vento sulla cima
Carezza il suo fogliame giovanile,
che grato in cor si china per la stima
espressa dall’amico in dolce stile:

“E’ giusto il tuo rimprovero! Da saggio,
se l’uomo brama ed usa i vostri frutti,
dovrebbe, con il divo suo retaggio,
comunque rispettarvi in terra tutti!

T’immagini che vita e che splendore,
che pace e che delizia in questo mondo?”
Il viso mi si copre di rossore
Guardando il suolo misero, infecondo

 

NUBI


Vestito muta il cielo,
variando invero il tempo,
secondo le stagioni:
di nembi o nuvolosi
tessuto, col maltempo,
di fitto grigio pelo.

A chiazze ricamate
di cumuli strabianchi:
con tratti in su rotondi,
lineari sotto i fondi,
crespati un po’ sui fianchi
sovente nell’estate.

Ed abiti curiosi
Indossa a pecorelle:
bei cirri, separati,
spumosi e delicati,
leggiadre particelle
d’erranti mondi briosi.
Ma il tono preferito
È il magico celeste,
in splendide giornate.
E, in limpide nottate,
d’azzurro si riveste,
di stelle definito.

E infine tutti i giorni
Ricopresi di rosa,
e prima d’oscurarsi
oppur d’illuminarsi,
speranza d’ogni cosa:
che il sole divo torni.

 

LAMPI E TUONI

Allor che sulla testa,
nell’aere nuvoloso,
si addensa la tempesta,
il tuono, fragoroso,
sovente il cuore afferra.

E il rapido chiarore
del fulmine, v’adduce
il senso del terrore,
che in mente riconduce
mal’ombre di una guerra.

Ma chiaro, al pellegrino
Sui passi del ritorni,
illumina il cammino
e quanto v’è d’intorno,
così che più non erra,

e trova nella casa
la grazia dell’amore,
comunque non evasa:
quell’aulico tepore
di vita come in serra.

 
 
dopo la Messa, la foto di gruppo
 

 


Edizione 2004
Cagliari-Terralba-Cagliari

di Ivana taccori

Monsignor Teodoro Marcias

Nasce come una scommessa nel 2003: “Chissà se potrò mai sostenere il lungo percorso” dichiarò Don Teodoro al suo amico Dario alla prima edizione, pensando ai suoi 74 anni anagrafici. Sorrido di fronte alla sua inutile preoccupazione, perché il dubbio non trova spazio in un fisico “da ragazzo” che va come un treno. E’ fortunato colui che gli pedala al fianco perché tutto diventa magico. Ci trasmette nuove prospettive regalandoci la convinzione che si può credere in noi stessi, in ciò che sono i nostri bisogni, la nostra volontà senza lasciarci condizionare a priori dalla età anagrafica. Grazie don Teodoro. Con il tuo esempio cresceremo più sereni: E’ meglio dire “cresceremo” o “invecchieremo” più sereni? Io nel mio piccolo sosterrei: “vivremo più sereni”.

 

 

 

Dunque, la Cagliari-Terralba-Cagliari consiste nell’andare in bicicletta sino a Terralba, paese natio di don Teodoro, raggiungere tutti insieme la sua abitazione quale base d’appoggio per rinfrescarci un pò, cambiarci e dirigerci nella chiesetta “Oasi Regina Pacis” da lui costruita, dove assisteremo alla messa da lui stesso celebrata. Il pranzo in ristorante e poi il rientro a Cagliari, sempre in bicicletta.

 

 

 

Gigliola col ruolo di guida auto al seguito e Andrea Beatrice, la nostra mascotte.

Partenza ore 7,45. Si richiede la massima puntualità e, come notorio all’unisono guardano tutti me. E’ vero, arrivo spesso con qualche minuto di ritardo in un contesto dove i minuti d’attesa pesano tantissimo.
Mi sorprendo, perché la mattina del 29 maggio arrivo puntualissima. Partiamo dalla piazza San Michele con il vento di maestrale che soffierà contrario per tutto il percorso: “Speriamo il vento non cambi perché al rientro sarà a nostro favore e Dio solo sa quanto ne avremmo bisogno” – commentiamo tutti. Ci viene al seguito la nostra cara Gigliola che ci supporta alla guida della sua auto in compagnia della figlia Andrea Beatrice, la nostra grande “mascotte”, bambina vivace, intelligentissima, arguta, buona, simpatica, generosa: “Se avete bisogno di qualsiasi cosa, contate pure su di me” ci urlava dal finestrino con tutto il fiato dei suoi

 

 

foto ricordo dopo la Santa Messa

cinque anni mentre pensavo che tutto ciò che c’é di bello le apparteneva. Il nome Andrea piaceva tanto alla mamma e Beatrice piaceva tanto al suo papà e tutto era già deciso quando lei era solo un feto di pochi mesi. Il papà però non ebbe la gioia di conoscere la sua bambina perché un giorno d’estate, non rientrò a casa dal suo solito allenamento in bicicletta, fermato per sempre da un auto sulla statale 130. Grazie alla forza della sua mamma, possiamo godere della gioia di averla tra di noi provando la forte sensazione di pedalare ancora assieme al suo papà.
Dunque, arriviamo a Terralba, il cambio veloce delle maglie sudate e via a sentir messa celebrata da Don Teodoro con l’aiuto del parroco del paese Don Egidio Vacca. Durante la celebrazione s’alza improvviso un dolce e profondo canto, cogliendo l’attenzione di tutti i presenti: era il nostro compagno ciclista, il Professor Mario Loi – primario all’Ospedale Brotzu – che ci coglie tutti di sorpresa.
A conclusione della messa, qualche minuto per le foto e poi tutti leggeri come piume ad appesantirci presso il ristorante “il buongustaio” dove ci attendono abbondanti piatti succulenti a base di pesce. Io mi preoccupo e urlo: Dio salvi la regina ! soprattutto quando scorgo i grandi vassoi dei dolci sardi. L’atmosfera é splendida, si chiacchiera del più e del meno, incuranti di tutto il ben di dio che si sta stipando dentro al nostro corpo. Si riparte dopo che gli amici del posto sono riusciti a strapparci la promessa di rivederci presto. In sella alle nostre biciclette pedaliamo tutti col sorriso sulle labbra perché il maestrale ci ha atteso e ci accompagna col vento a favore per tutto il percorso del rientro, mentre la mia ammirazione per il ciclista don Teodoro aumenta sempre più e la stima per l’uomo don Teodoro diventa immensa. Ho avuto la fortuna di conoscerlo 20 anni fa, sempre in bicicletta, e sono convinta che se il mio cammino di vita sarà sempre preceduto da uomini come lui, il mio vivere sarà più facile. Grazie infinite e arrivederci tutti all’edizione 2005.

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Mons. Teodoro
Mons. Teodoro
Mons. Teodoro Marcias

Monsignore Teodoro Marcias
Nasce a Terralba nel 1929 e nel suo paese costruisce la chiesa “Oasi Regina Pacis”. Capo di tutti i cappellani militari della Sardegna, coltiva la sua grande passione per il ciclismo. Possiede infatti una bella "colnago" superleggera tutta in fibra di carbonio che usa per i suoi allenamenti di circa 100 km ciascuno tre volte la settimana. Una montainbike per spostarsi in città e dintorni, consentendogli di lasciare la macchina al parcheggio contribuendo nel contempo alla riduzione dell’inquinamento e del traffico cittadino, nelle giornate di non pioggia.
Ha compiuto gli studi umanistici filosofici e teologici presso i padri Gesuiti nel seminario di Cuglieri. E’ poeta e scrittore. Ecco alcune delle sue pubblicazioni: Spinarba; Aspetti della Sardegna; Maestri dei Sapienti (sugli istinti degli animali); Rovi nel sentiero (dedicato alla politica italiana); Aurora (dedicato al suo paese natio); Sentiero Mariano (rinomati Santuari Sardi); Ricordi (canto agropastorale antico); Stella d’argento (quadretti di vita militare); Il figlio dell’uomo (la vita di Gesù) etc..

 

Quanto ho scritto su di lui é assai poco ma la sua modestia mi impone di fermarmi.

Ivana Taccori