Cristina Sanna "un'atleta doc."
Cristina Sanna : lo sci nautico AZZERA ogni limite
Cristina scivola sull'acqua a bordo del suo slittino speciale. Perché ha perso l'uso delle gambe. Ma ha guadagnato una libertà nuova, che la rende più sicura di sé.
Da buona sarda (vivo a Quartu Sant'Elena, in provincia di Cagliari) sono innamorata dell'acqua. La mia ultima passione è lo sci nautico. Attaccata a una leva che spunta dal fianco del motoscafo, seduta sul mio slittino con sotto lo sci, mi faccio tirare. E con il vento addosso, bagnata dagli spruzzi, mi gusto il mio spicchio di felicità. Perché lì a pelo d'acqua, camminare o non camminare non fa differenza. Non conta più il mio handicap, che mi costringe da quando avevo sei anni a non usare le gambe. Quando finalmente riesco a entrare in sintonia con l'onda, allora il mio peso si azzera. Perdo l'ingombrante bagaglio dei muscoli intorpiditi e l'atrofia dei pensieri imprigionati nel duro quotidiano lascia spazio a una leggerezza mai provata. Neanche l'atletica, che pratico da quando avevo 19 anni, mi trasmette le stesse sensazioni di libertà. Eppure ne ho fatte tante di gare, ripiegata come una conchiglia sulle carrozzine da competizione. Quando, entrata nella Nazionale paralimpica, ho preso il mio primo bronzo ai Mondiali sui 200 metri, ho capito che avrei potuto abbattere qualsiasi barriera. Ma con lo sci nautico è diverso: poter godere dell'aria che mi sferza mentre divento un tutt'uno con il blu, mi dà ogni volta una gioia così infantile e primitiva che mi catapulta all'indietro, a quando correvo davvero.
Perché me la ricordo bene quell'iniezione di penicillina che avrebbe dovuto curami le tonsille e invece, forse per un'allergia, mi tolse metà del mio corpo. All'improvviso sentii che una parte di me si liquefaceva. E da allora sono stati anni di calvario. Battaglie di ogni tipo, contro i muscoli che non ne volevano sapere di rispondere alle terapie, i ricoveri interminabili e la mia voglia di diventare grande. Ma ce l'ho fatta: vivo da sola, lavoro come impiegata mezza giornata e sono piena di amici. E questo anche grazie allo sport. Finite le scuole superiori, sono entrata nella Nazionale di atletica. Facevo velocità e mezzofondo, ho partecipato a diversi campionati europei e mondiali e tutto ciò mi ha spinto a migliorarmi, a impegnarmi sempre a superare un limite che non era un marciapiede, ma stava dentro di me: erano le mie paure di non farcela. E invece ogni volta ne sono uscita più sicura e determinata. Ora con le gare ho chiuso perché le battaglie con me stessa le ho vinte. Ma ogni giorno è un'avventura. La più grande è il progetto Fly for life di Jeff Onorato ( www.flyforlife.it ) , il campione di sci nautico diversamente abile che mi ha convinto a provare il suo sport. Vuole realizzare a La Maddalena un centro di sport acquatici per i ragazzi diversamente abili. Un'altra sfida che non posso lasciarmi scappare!
Cristina Sanna la mia cara e dolce amica
Cristina Sanna, nata a Cagliari il 30 ottobre 1973, è una atleta doc della Soc. SA.SPO – Sardegna Sportiva. Svolge la professione di segretaria presso la “Legacoop Regionale Sardegna”.
Vive sola nella sua casa che ha personalizzato abbattendo tutte le barriere architettoniche per sé e per la schiera di amicizie che solo una persona bella, simpatica, intelligente, positiva come lei può vantare. La si vede sicura alla guida della sua automobile tutte le mattine per recarsi in ufficio, con dentro all'abitacolo le sue immancabili due carrozzine: una sostituisce le sue gambe per gli spostamenti e l'altra “rossa come una ferrari” in fibra di carbonio, per sfrecciare più veloce del vento negli allenamenti e nelle competizioni di atletica.
Una sera in pizzeria ci raccontò, ridendo come una matta, che Federico il nipotino adorato, le aveva chiesto implorante: "zia,quando impari a camminare che voglio giocare a pallone con te?" Zia Cri non può imparare a camminare – gli rispose - perché ha le gambe guaste, ma insieme possiamo fare tanti altri giochi. “No, zia Cri, se sono guaste, le compri nuove al supermercato!”
Cristina pratica l'atletica leggera dal 1993 nella categoria T54 e oltre al lavoro, gli allenamenti quasi quotidiani, frequenta con costanza la palestra da autentica professionista. E' anche capace di ritagliarsi il tempo per fare immersioni subacquee, un'altra sua grande passione.
La prima competizione la sperimenta nel 1994 a Porto S. Elpidio, conquistando tre medaglie d'oro nei 200, 400, 800 mt.
Nel 1998 partecipa ai Campionati del Mondo a Birmingham e conquista la medaglia di bronzo nei 200 mt.
L'anno successivo, nel 1999, ai Campionati di Società di Cesano Maderno, conquista l'oro nei 400 mt. - e a Napoli si ripete con l'oro nei 200 mt.
Nel 2005 partecipa ai giochi del Mediterraneo (Almeria) conquistando il Bronzo negli 800 mt, e ai Campionati Europei ad Elsinki il bronzo nei 200 mt.
Nel 2006 si cimenta nella maratona di Roma conquistando l'oro.
Poco tempo dopo, si ripete salendo sul gradino più alto del podio nella maratona di Padova riconquistando l'oro.
Nel 2007, nei Campionati Regionali Sardegna conquista tre ori rispettivamente nei 100, 200 e 400 mt.
Il giugno scorso si sono svolti a Cagliari i Campionati Italiani Paralimpici Assoluti di Atletica Leggera e Cristina, tanto per cambiare, ha conquistato la medaglia d'oro nei 100 e 200 mt.
Ora la sua concentrazione è per le Olimpiadi di Pechino ma non è tutto.
Mentre noi la immaginiamo a settembre sul podio della grande Cina, lei facendo finta di niente ha serbato per tanto tempo un sogno confidandolo solo dopo avere versato l'acconto per l'iscrizione alla Maratona di New York.
Ora io mi chiedo: c'è uno o più sponsor disposto ad aiutarla a volare nella Grande Mela? New York, New York,
ora il sogno di Cristina dipende anche da te che leggi.........................!
Ivana Taccori 24 luglio 2008
Cristina ha partecipato alla maratona di New York 2008: BRAVISSIMA!!!
un caro amico, Carlo Alberto Melis, scrive: "La corsa è come una malattia esantematica. Se te la prendi da bambino è meglio, anzi, finisce per rafforzarti. Tutto sommato è una cosa naturale. Ma se il virus ti prende da adulto, allora puoi star certo che sarà in forma grave. Perché correre è bello, ma competere è ancora più seducente, soprattutto per chi non avrebbe mai sospettato di potersi spillare sul petto un numero e tagliare un traguardo. Trovarsi, giorno dopo giorno, coinvolti negli allenamenti, negli appuntamenti all'angolo della strada, nei gesti ripetuti, nei tempi annotati prima mentalmente poi magari su un quaderno, nell'organizzazione di trasferte … Continua, vai alla pagina "maratona di New York".