La
causa maggiore degli incidenti è l'alta
velocità delle auto
con
la componente della distrazione.
….Pronto!?
Si, tutto bene, sono sulla strada statale 130….ci
vediamo tra venti minuti circa…ciao a presto….
...E invece i conti dentro l’abitacolo
dell’autovettura non tornano. Nel riporre il
cellulare, un movimento brusco sul volante....
l'auto rasenta la striscia bianca che delimita
la corsia di transito........ perde il controllo.....colpisce
in pieno un ciclista, .....accidenti proprio
lì, con tutta la lunghezza della strada,
proprio lì, proprio ora doveva transitare
in una strada lunga chilometri e chilometri……farlo
volare giù per la scarpata o in cunetta
o stenderlo immobile sull’asfalto….ma è
uno dei tanti, è vero…………… Accidenti……proprio
ora doveva transitare……
.....Strana l'aria tutt'intorno.
Aleggiano nell'etere ancora le parole del ciclista
sussurrate con entusiasmo al cellulare
: …….mamma,
sono di rientro……..qualche minuto ancora e sono
a casa........
...Nooo! Infida la sorte! Sbang
!!! e quel figlio è sull’asfalto. Spento
per sempre assieme ai suoi sogni.
E cala il buio dentro l’abitacolo
della vettura che ha tradito, frantumando i
progetti dell’avvenire di chi la guida. Una
disattenzione e tutto cambia in un sol attimo.
Attimo
insidioso che ti fa morire dentro pur lasciandoti
il respiro.
Ivana Taccori
Luglio
2005Giornata
commemorativa. I
sogni di Alessio ciclista di 22 anni si sono interrotti
qui.
Antonello
papà di Alessio
Forza
Gigi Uccheddu:
guarisci
presto!
Luglio
2005. Gigi Uccheddu
dopo 24 giorni di coma ha aperto gli occhi, ha
osservato il mondo concentrato in una stanza sterile.
Ha corrucciato la fronte, con sforzo sovrumano
ha fatto apparire una smorfia sul viso che voleva
essere un sorriso destinato a quegli occhi meravigliati
che lo osservavano a distanza ravvicinata. Dopo
qualche giorno ha detto “ciao”. Dopo ancora ha
chiesto: “è stata pagata l’ici?” Abbiamo
sorriso tutti, perché è stata la
prova tangibile che è rimasto fedele a
questo sistema.
Gigi non ricorda nulla del giorno in cui, una
moto gli andò addosso facendolo sbalzare
violentemente dalla sua bicicletta. Gigi ora si
impegna a guarire col profondo desiderio di tornare
presto ad allenarsi con tutti noi, come ha sempre
fatto.Ti stiamo aspettando!
Novembre
2005: Gigi Uccheddu dall'ospedale manda un saluto
a tutti gli amici ciclisti
Si è tenuta una pedalata
ecologica cicloturistica che ha attraversato i
seguenti paesi: Assemini, Decimomannu,
Uta, Villaspeciosa, Decimoputzu,
Vallermosa, Siliqua, Assemini, con l'intento
di creare una maggiore sensibilizzazione e riflessione
tra automobilisti e ciclisti.
sabato 30
luglio 2005
Non
è giusto, accidenti, non è giusto...
Lettera a Gigi Vacca
Te ne sei andato così,
di sabato mattina, mentre andavi a fare quel che
più ti piaceva: trascorrere qualche ora
in sella alla tua bici, in mezzo ad amici, a ridere
e scherzare, prendersi in giro e fare fatica,
di quella vera che tempra il carattere.
Te ne sei andato senza un motivo, oggi ho cancellato
il tuo nome dalla rubrica telefonica del mio cellulare.
Un gesto semplice, pochi click, e paradossalmente
mi è sembrato di vederti morire una seconda
volta.
Quanti chilometri abbiamo fatto insieme, quante
cose ci siamo raccontati, abbiamo condiviso le
nostre piccole gioie ed i nostri dolori, ti ho
visto "crescere" come ciclista, grazie
ad una forza di volontà mai doma, grazie
al desiderio di migliorarti, di andare sempre
meglio.
Con quella volontà quest'anno avevi affrontato
gare durissime, sempre con lo spirito giusto,
positivo ed ottimista.
Ho ancora qui sul mio computer l'impressionante
tabella Excel di tutti i tuoi allenamenti, tabella
che mi avevi spedito qualche settimana fa: km
percorsi, media, tempi, gare, salite, tutto riportato
con una meticolosità di chi sa fare le
cose per bene, meticolosità che ti ho sempre
invidiato, io coi miei allenamenti "casual",
io che al massimo riesco a ricordare quanti km
faccio all'anno.
Meticolosità che poi si rifletteva sul
tuo modo di stare in strada, sempre rispettoso
degli altri ciclisti, sempre sul lato destro,
finanche sulla riga bianca che delimita la carreggiata,
a rispettare anche coloro che così poco
ci rispettano, coloro che ci vedono come birilli
da buttar giù come in un orrendo videogioco.
Automobilisti che guardano altrove anziché
la strada, che rispondono al cellulare nei momenti
più pericolosi, che si sentono "protetti"
nelle loro gabbie di metallo sempre più
grandi, che non pensano che sulla bicicletta che
tanto li infastidisce c'è un uomo, magari
un padre di famiglia che spera solo di divertirsi
per qualche ora, senza far male a nessuno, e che
spera di tornare a casa sano e salvo dai suoi
cari.
Automobilisti che si divertono a passare a pochi
centimetri dal nostro fianco, per vedere se riescono
a spaventarci o, meglio, a farci cadere. A volte
mi chiedo che senso abbia la vita di queste persone.
Quanto triste deve essere, se il loro divertimento
è quello di far male agli altri.
Non è necessario essere intelligenti, basterebbe
seguire una semplice regole di vita:
"Vivi come vuoi ma non far male a nessuno".
Automobilisti che acquistano auto sempre più
grandi per "dominare meglio la strada",
senza rendersi conto che quando TUTTI avranno
auto così voluminose, ci sarà bisogno
di acquistare gli autobus londinesi a due piani,
pur di stare ancora più "in alto"
di tutti. Non è neppure un problema di
velocità, ma di percezione degli ingombri
e di stabilità, ormai confrontabili a quelli
di veri e propri autobus. Non è un caso
che per gli autobus sia necessaria una patente
di guida speciale.
E non è un caso che negli Stati Uniti,
dove peraltro le strade sono di ben altre dimensioni,
ci sia un fortissimo movimento d'opinione per
vietare la circolazione di SUV, monovolume ed
enormità simili.
Era un sabato mattina come tanti, la strada era
larga, due corsie interamente libere più
che sufficienti per un'auto ed una bicicletta.
Invece no. Invece non hai potuto raggiungerci,
come facevi ogni weekend, la tua vita ti è
stata portata via in un lampo, senza ragione.
Avrei voluto dirti tante cose, avrei voluto abbracciare
tua figlia e dirle quanto suo padre fosse fiero
di lei...ma ho tenuto tutto dentro di me, quando
il dolore è forte, le parole si bloccano
in gola.
Era solo un altro maledetto sabato mattina, e
darei non so cosa per saperti ancora tra noi.
Buon viaggio, Gigi, sarai per sempre nel mio
cuore.
Lucio Cadeddu
Chiediamo
rispetto, dateci 50 cm. di asfalto sicuri
Gigi Vacca non c'è più
se non nei nostri cuori.
... Quel sabato avremmo pedalato
tutti insieme, gustando quanto di piu' bello
e prezioso possediamo : LA VITA .
Mi sconvolge pensare che un attimo di distrazione
possa cancellare affetti , speranze , progetti
futuri ; trovo che sia troppo semplicistico
e comodo , come fanno i media, liquidare il
problema parlando di fatalita' . Gigi e' stato
investito in una bella mattinata di sole, in
un tratto di strada, a quell'ora, deserto e
senza problemi di visibilita' e secondo i rilievi
della Polizia Stradale, sul ciglio, non al centro
della strada. Quest' anno, nel basso Campidano,
sono deceduti sulla strada ben cinque
ciclisti e molti di piu' hanno subito
gravi lesioni, Lucio ha ragione: '' NON E' GIUSTO
''. Chiediamo un pò di rispetto, chiediamo
50 cm. di asfalto sicuri.
Con tanta tristezza nel cuore
Egidio
PREGIUDIZI
….i ciclisti son tutti
dopati, disse sentendosi spiritoso
il parroco di un paese mentre accoglieva la squadra
dei ciclisti nella piazza principale.
“ha ragione” -
rispose qualcuno – “i ciclisti son
tutti dopati come i preti son tutti pedofili”.
Fu forte la battuta in risposta,
ma fu molto eloquente. Voleva significare che
non tutti i ciclisti sono dopati perché
non tutti i preti sono pedofili. I siciliani non
sono tutti mafiosi come i sardi non sono tutti
banditi etc, etc.
Pertanto anche gli automobilisti
non sono tutti scorretti e incivili come i ciclisti
non sono tutti distratti e invadenti.
E’ un invito a riflettere entrambi.
A comprendersi. A venirsi incontro e riuscire
a trovare una intesa nel saper convivere senza
ostacolarsi a vicenda. Lavorare insieme a progetti
e idee per rendere più vivibili le nostre
strade.